Manuela Lenoci
Pomodorino Lapietra, gastronomia di Puglia
Aggiornamento: 31 mar
I Fratelli Lapietra dal 1986 coltivano pomodori e cetrioli portando in tavola l’eccellenza

Spesso mi sento dire che sono "acida" come un pomodorino. Bene! In questa azienda, sono venuta a conoscenza di tutte le altre "qualità" del pomodoro, che fino ad ora mi hanno tenuto nascosto.
Ho camminato tra i binari di una serra, ho visto e toccato tutte le varianti di pomodori e ho preso direttamente dalla pianta un pomodorino da degustare al momento. Voi avete mai provato ad annusare un pomodoro appena colto dopo una lunga giornata di sole? Un'esperienza tanto genuina quanto semplice, un toccasana per la mente ma soprattutto per il mio cuore. Il rosso tra l’altro è il colore della passione, del calore, dell’amore per le cose buone. Un arcobaleno di colori che dal classico pomodoro ciliegino passa al datterino giallo e rosso per poi ritornare al pomodoro verde da insalata fino a quello nero. Vedere quest’ultimo mi ha stupito e incuriosito. Non ne avevo mai visti e assaggiati prima di allora. E poi ho scoperto che il pomodoro nero è un innovativo ibrido ad alto contenuto di licopene, ed i ben informati lo considerano altamente afrodisiaco.
Che io sia una persona facilmente emozionabile e curiosa è senza dubbio un dato di fatto. Ma davvero, credetemi, quando entri in una serra così, Hi–tech, completamente in vetro e illuminata, resti immediatamente stordito dal profumo dei raspi e dei pomodori che custodiscono intatta una storia d’amore senza fine: quella tra gli uomini e la natura. Conosco Enzo e Lino Lapietra ormai da molti anni, forse un decennio, ma la visita alla loro azienda agricola che li vede a capo dagli anni 90, è stata davvero una bella scoperta. Di questi tempi non è facilissimo riuscire a entrare nelle aziende altrui, ma prima ancora del COVID la parola d’ordine dai Lapietra è sempre stata ambiente pulito e salubre, nel rispetto della natura e della terra oltre che dell’uomo.
Il clima era estremamente piacevole e ad accogliermi all’ingresso di Contrada Stomazzelli, a Monopoli (Ba) c’era Paolo, addetto marketing dell’azienda, che mi ha accompagnata nella lunga preparazione, igienizzazione delle scarpe e delle mani, seguita da una vestizione con tanto di cuffietta e copri scarpe, trasformandosi subito dopo, in un video reporter assieme a me.

Quando si parla di cibo a km zero, difficilmente riusciamo a immaginare un livello produttivo che vada oltre la piccola realtà locale. I Fratelli Lapietra hanno elaborato negli anni un modello sostenibile che garantisce al consumatore prodotti di prima qualità. Ed è proprio questo loro metodo che rende speciale l’azienda rendendola tra le più tecnologiche al mondo: coltivare pomodori fuori suolo (in idroponica), in verticale, consente di risparmiare il 90% di acqua rispetto alla coltivazione tradizionale, di produrre pomodori genuini senza alcun residuo di prodotti chimici (residuo zero) e inoltre di produrre pomodori a bassissimo contenuto di nichel, rendendo felice la community del "Nichel Free".

Converrete con me che il pomodoro è un ingrediente perfetto capace di legare con tutto, anche se è necessario tenerlo fuori dalla propria portata perché crea dipendenza.
E’ come le ciliegie, uno tira l’altro.
A casa Lenoci, il pomodorino è un “must have”. Agnese per esempio, mia nipote di due anni, ne mangia in quantità industriale e più che dei dolci, lei è letteralmente una mangiona di pomodorini ciliegino, che mia cognata Alessandra, si prodiga a tagliare in piccoli pezzi per paura che la bimba con la sua mano veloce, possa metterli in bocca senza masticare. Buon sangue non mente, avrebbe detto qualcuno.
D’altronde mi viene in mente un ricordo di qualche anno fa ai tempi dell’Università, di cui ancora oggi porto il segno tangibile, esattamente al centro tra le due clavicole.
Una piccola macchia da ustione da pomodoro o meglio da affamata godereccia golosa. La focaccia barese era stata appena sfornata.
All’epoca la focaccia si mangiava in piedi e fuori dal panificio. Fatale è stato il primo morso. La polpa incandescente è schizzata sul collo. Inutili i tentativi di raffreddare la zona con la lattina di aranciata (unica cosa fredda che avevo tra le mani), il segno è rimasto e prepotente riaffiora ogni volta che sono accaldata.
Nonostante la disavventura, non ho mai perso l’appetito, anzi sono rimasta la solita buona forchetta di sempre ma più evoluta. Oltre a mangiarlo con le mani senza condimento, il pomodorino Lapietra lo utilizzo in tutti i piatti della tradizione pugliese, soprattutto nel patate riso e cozze che molti sanno essere il mio piatto forte e in pochissimi hanno avuto il piacere di assaggiare.

Senza divagare nei ricordi, quasi surreale è stata la visita serale presso questa serra.
Enzo e Lino hanno installato recentemente delle lampade LED “ toplight” di colore rosa per garantire il massimo della intensità della radiazione luminosa anche nelle ore serali. Un gioco di luci che rende la serra “glamour” ma che in realtà, usata come luce supplementare in notturna, fa schizzare la produzione di pomodori che aumenta in maniera considerevole.
Ah dimenticavo. Quest’estate ho preso parte al consueto appuntamento con il Torneo del Pomodoro, che si svolge presso la Polisportiva Giannoccaro a Monopoli, dove si sfidavano a tennis e a beach tennis, giocatori e appassionati della disciplina. Io ho lottato e sono riuscita a piazzarmi al secondo posto del torneo di beach tennis femminile, (ho postato delle foto nella gallery) sfoggiando il mio “tesooooro”: la cassetta di pomodori dei Fratelli Lapietra, mainsponsor dell’evento, una delle “gioie” più belle di questa incomprensibile estate 2020.
Non vi resta che provarli.